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Archivio per Categoria Approfondimenti

Differenziare bene per riciclare meglio.

Tutti noi sappiamo l’importanza di svolgere una raccolta differenziata appropriata e selettiva.

Il mercato delle materie prime secondarie ha acquistato un valore sempre maggiore negli ultimi anni e i livelli di differenziazione dei vari materiali sono sempre più spinti.

Ognuno di noi contribuisce nelle proprie abitazioni e luoghi di lavoro a realizzare e diffondere le corrette prassi di separazione dei rifiuti di imballaggi

Condividiamo, perciò, questo decalogo di CONAI per una raccolta differenziata di qualità.

  1. Separa correttamente gli imballaggi in base al materiale di cui sono fatti e mettili
    nell’apposito contenitore per la raccolta differenziata. Grazie a te che separi gli imballaggi e
    al comune che li raccoglie, CONAI e i Consorzi di filiera fanno rinascere l’acciaio, l’alluminio,
    la carta, il legno, la plastica e il vetro.
  2. Riduci sempre, se possibile, il volume degli imballaggi: schiaccia le lattine e le bottiglie di
    plastica richiudendole poi con il tappo, appiattisci carta e cartone. Se fai questo, renderai più
    efficace il servizio di raccolta differenziata.
  3. Dividi, quando è possibile, gli imballaggi composti da più materiali, ad esempio i contenitori
    di plastica delle merendine dalla vaschetta di cartone oppure i barattoli di vetro dal tappo di
    metallo. Se fai questo, limiterai le impurità e permetterai di riciclare più materiale.
  4. Togli gli scarti e i residui di cibo dagli imballaggi prima di metterli nei contenitori per la
    raccolta differenziata. Se fai questo, ridurrai le quantità di materiali che vengono scartate.
  5. Sappi che la carta sporca (di cibo, di terra, di sostanze velenose come solventi o vernici), i
    fazzoletti usati e gli scontrini non vanno nel contenitore della carta; inoltre il loro
    conferimento peggiora la qualità della raccolta differenziata di carta e cartone.
  6. Fai attenzione a non mettere nel contenitore del vetro bicchieri e oggetti di cristallo,
    stoviglie in ceramica, porcellana, pyrex e lampadine. Inserire tali materiali può vanificare i
    tuoi sforzi perché rovina la raccolta del vetro.
  7. Riconosci e conferisci correttamente gli imballaggi in alluminio. Oltre alle più note lattine
    per bevande, separa anche vaschette e scatolette per il cibo, tubetti, bombolette spray e il
    foglio sottile per alimenti.
  8. Riconosci e conferisci correttamente gli imballaggi in acciaio, solitamente riportano le sigle
    FE o ACC. Le trovi su barattoli per conserve, scatolette del tonno, lattine e bombolette,
    fustini e secchielli, tappi corona e chiusure di vario tipo per bottiglie e vasetti.
  9. Introduci nel contenitore per la raccolta differenziata della plastica tutte le tipologie di
    imballaggi. Fai attenzione a non introdurre altri oggetti, anche se di plastica, come
    giocattoli, vasi, piccoli elettrodomestici, articoli di cancelleria e da ufficio.
  10. Ricorda che se hai imballaggi in legno li puoi portare alle isole ecologiche comunali
    attrezzate. Cassette per la frutta e per il vino, piccole cassette per i formaggi, contenitori di
    legno, sono tutti imballaggi che possono essere riciclati.

Da inizio anno è entrata in vigore l’etichettatura ambientale degli imballaggi che ha proprio l’intento di agevolare la corretta separazione degli imballaggi a fine vita, guidando l’utente finale che li deve gettare nella raccolta differenziata.

La tua azienda è in regola con l’etichettatura ambientale? Vuoi saperne di più?

Contatta i nostri esperti per una verifica sulla tua conformità alle nuove disposizioni di etichettatura ambientale degli imballaggi.

Acquisti verdi della pubblica amministrazione: aggiornati i Criteri Ambientali Minimi

Le pubbliche amministrazioni sono tenute a rispettare i criteri ambientali minimi per i cosiddetti acquisti “verdi” di beni, servizi e forniture.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha appena definito gli ultimi aggiornamenti attraverso il “Piano d’azione nazionale per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione”

I nuovi CAM per gli acquisti verdi della P.A.

Il 19 agosto 2023 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il Decreto 3 agosto 2023, con il quale il MASE ha approvato il nuovo “Piano d’azione nazionale per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione”.

Il nuovo Piano abroga e sostituisce quello precedente e tiene conto delle novità normative intervenute con il Codice degli appalti e il Codice dei contratti pubblici, i quali hanno sancito l’obbligo di applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) negli appalti pubblici laddove adottati da decreti ministeriali.

I CAM dovranno essere formulati con l’obiettivo di supportare la diffusione di modelli di economia circolare, ricorrendo al mercato delle materie prime seconde e dei sottoprodotti e favorendo l’acquisto di materiali più sostenibili e di prodotti riutilizzabili, riparabili e progettati con criteri ecologici.

Il set di CAM vigenti per la P.A. devono essere aggiornati periodicamente in funzione dell’evoluzione del mercato, dei progressi scientifici e tecnologici e delle modifiche normative.

Il ruolo della Pubbliche Amministrazioni appaltanti

Nella diffusione dei criteri di economia circolare sono chiamate a partecipare attivamente anche le singole stazioni appaltanti:

  • predisponendo appalti il più possibile “circolari”: minimizzando e riducendo gli impatti ambientali negativi come la creazione di rifiuti lungo l’intero ciclo di vita;
  • dando luogo ad iniziative di formazione e sensibilizzazione delle utenze;
  • implementando le azioni necessarie affinchè  le proprie attività interne ed esterne rispettino i principi dell’economia circolare e della decarbonizzazione.

GU Serie Generale n.193 del 19-08-202

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ENERGETICA
DECRETO 3 agosto 2023
Approvazione del piano d’azione nazionale per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione 2023.

Fenomeni idro-meteorologici pericolosi: come prepararsi.

In questi ultimi giorni molti di noi sono stati colpiti dagli effetti nefasti dei forti fenomeni meteorologici in corso in varie parti del nord Italia. Vediamo i consigli della Protezione Civile per prepararsi e proteggersi in caso di tali eventi.

I consigli della Protezione civile in caso di fenomeni estremi.

Conoscere un fenomeno è il primo passo per imparare ad affrontarlo nel modo più corretto e a difendersi da eventuali pericoli.
Per questo il Dipartimento della Protezione Civile si occupa anche di diffondere campagne di sensibilizzazione per  evidenziare semplici regole su come prevenire o diminuire i danni di un fenomeno. Vediamo insieme alcuni suggerimenti e comportamenti corretti da adottare prima, durante e dopo fenomeni meteo-idrogeologici e idraulici.

Cosa fare in caso di rovesci di pioggia e grandine.

All’aperto

Per lo svolgimento di attività nelle vicinanze di un corso d’acqua (anche un semplice pic-nic) o per scegliere l’area per un campeggio:

  • scegliere una zona a debita distanza dal letto del torrente e adeguatamente rialzata rispetto al livello del torrente stesso, oltre che sufficientemente distante da pendii ripidi o poco stabili: intensi scrosci di pioggia potrebbero attivare improvvisi movimenti del terreno.

In ambiente urbano

Le criticità più tipiche sono legate all’incapacità della rete fognaria di smaltire quantità d’acqua considerevoli che cadono al suolo in tempi ristretti con conseguenti repentini allagamenti di strade. Per questo:

  • fare attenzione al passaggio in sottovia e sottopassi, c’è il rischio di trovarsi con il veicolo semi-sommerso o sommerso dall’acqua;
  • evitare di recarsi o soffermarsi anche in ambienti come scantinati, piani bassi, garage che sono a forte rischio allagamento durante intensi scrosci di pioggia.

Alla guida

  • anche in assenza di allagamenti, l’asfalto reso improvvisamente viscido dalla pioggia rappresenta un insidioso pericolo per chi si trova alla guida di automezzi o motoveicoli, riducendo tanto la tenuta di strada quanto l’efficienza dell’impianto frenante;
  • limita la velocità o effettua una sosta, in attesa che la fase più intensa, che difficilmente dura più di mezz’ora, del temporale si attenui. È sufficiente pazientare brevemente in un’area di sosta. Durante la fase più intensa di un rovescio risulta infatti fortemente ridotta la visibilità.

In caso di grandine, valgono le avvertenze per la viabilità già viste per i rovesci di pioggia, riguardo alle conseguenze sullo stato scivoloso del manto stradale e sulle forti riduzioni di visibilità. La durata di una grandinata è tipicamente piuttosto breve.

Come comportarsi in caso di temporali e fulmini.

Devi tener conto della rapidità con cui le nubi temporalesche si sviluppano e si accrescono, e conducono quindi il temporale a raggiungere il momento della sua massima intensità senza lasciare molto tempo a disposizione per guadagnare riparo.

Prima

Verifica le condizioni meteorologiche già nella fase di pianificazione di una attività all’aperto, leggendo in anticipo i bollettini di previsione emessi dagli uffici meteorologici competenti.

Al sopraggiungere di un temporale

Osserva costantemente le condizioni atmosferiche, in particolare poni attenzione all’eventuale presenza di segnali precursori dell’imminente arrivo di un temporale, e decidi prontamente cosa fare:

  • se sono presenti in cielo nubi cumuliformi molto sviluppate verticalmente, e magari la giornata in valle è calda e afosa, nelle ore che seguono è meglio evitare ambienti aperti ed esposti (come una cresta montuosa o la riva del mare o del lago);
  • non esitare a rivedere i programmi della tua giornata: in alcuni casi questa precauzione potrà – a posteriori – rivelarsi una cautela eccessiva tuttavia con questi fenomeni è sempre preferibile un eccesso di cautela che un difetto di prudenza.

In caso di fulmini, associati ai temporali

Associati ai temporali, i fulmini rappresentano uno dei pericoli più temibili.
La maggior parte degli incidenti causati dai fulmini si verifica all’aperto: la montagna è il luogo più a rischio, ma lo sono anche tutti i luoghi ampi ed esposti, come ad esempio un prato o un campo di calcio, soprattutto in presenza dell’acqua, come il mare, le spiagge, i moli, i pontili, le piscine all’esterno. In realtà, esiste un rischio residuo connesso ai fulmini anche al chiuso.

Una nube temporalesca può dar luogo a fulminazioni anche senza precipitazioni; inoltre i fulmini possono colpire ad alcuni chilometri di distanza dal centro del temporale. Quindi, anche se non ci sono nuvole sulla nostra testa, ma vediamo o sentiamo un temporale nelle vicinanze, rischiamo di essere bersaglio delle scariche elettriche.

Se una persona è vittima di un fulmine, ricorda che il suo corpo non resta elettricamente carico e quindi può essere soccorsa subito, senza alcun rischio.​

All’aperto

All’aperto nessun luogo è sicuro, quindi la prima cosa da fare è raggiungere rapidamente un luogo chiuso e aspettare almeno 30 minuti dopo l’ultimo tuono, prima di riprendere le attività all’aperto. In mancanza di un edificio, cerca riparo all’interno dell’automobile con portiere e finestrini chiusi e con l’antenna della radio possibilmente abbassata.

Per capire dove si abbatteranno con maggior frequenza le scariche elettriche bisogna considerare la forma degli oggetti, non il materiale di cui sono composti.

I bersagli privilegiati sono quelli alti (alberi, pali, tralicci) o comunque sporgenti rispetto a un ambiente circostante più basso (anche una singola persona in un luogo ampio e piatto, come un prato o una spiaggia), e quelli di forma appuntita (ombrello, canna da pesca, ecc.).

Se sei costretto a restare all’aperto e non hai la possibilità di raggiungere rapidamente un riparo sicuro, allontanati dai punti che sporgono sensibilmente, come pali o alberi, e non cercarvi riparo, specie se sono isolati e più elevati rispetto alla vegetazione circostante. Cerca a tua volta di non costituire la presenza più alta del luogo che ti circonda.

Cosa fare se si viene sorprese da un temporale.

In montagna

  • Scendi immediatamente di quota, evitando la permanenza su percorsi particolarmente elevati, esposti o di forma appuntita, come creste o vette, tenendoti alla larga dai percorsi attrezzati con funi e scale metalliche e interrompi immediatamente eventuali ascensioni in parete. Raggiungi rapidamente un percorso a quote inferiori, camminando, se possibile, lungo avvallamenti del terreno (conche, valloni, fossati ma fai attenzione a eventuali inondazioni in caso di forti piogge).
  • Se sei insieme ad altre persone, non tenetevi per mano e camminate a una distanza di almeno 10 metri gli uni dagli altri.
  • Cerca riparo all’interno di una costruzione o, se raggiungibile in tempi brevi, in automobile. Ricoveri meno sicuri, ma utili in mancanza di alternative migliori, sono grotte, bivacchi o fienili, a patto di mantenersi distanti dalla soglia e dalle pareti.
  • Una volta raggiunto un riparo, ma anche se sei costretto a sostare all’aperto mantieni i piedi uniti, rendendo minimo il punto di contatto con il suolo, così da ridurre l’intensità della corrente in grado di attraversare il tuo corpo. Per lo stesso motivo, evita di sederti o, peggio, sdraiarti per terra. Sempre con i piedi uniti, puoi assumere una posizione accovacciata, meglio se frapponendo tra te e il terreno un qualsiasi materiale isolante.
  • Anche in questo caso, resta il più possibile distante da altre persone che sono con te.

Al mare o al lago

  • Evita qualsiasi contatto o vicinanza con l’acqua: il fulmine, infatti, può causare gravi danni anche per folgorazione indiretta, dovuta alla dispersione della scarica che si trasmette fino ad alcune decine di metri dal punto colpito. Quindi, esci immediatamente dall’acqua e allontanati dalla riva, così come dal bordo di una piscina all’aperto; ricorda anche che barche, canoe e piroghe, anche se coperte, non proteggono in alcun modo dai fulmini.
  • Cerca rapidamente riparo all’interno di un edificio o, se non è possibile, in un’automobile, tenendo presente che in luoghi molto ampi e piatti, come le spiagge, si è maggiormente esposti.
  • Liberati di ombrelli, ombrelloni, canne da pesca e qualsiasi altro oggetto appuntito di medie o grandi dimensioni.

In campeggio

  • Durante il temporale, è bene ripararsi in una struttura in muratura, come i servizi del camping o, in mancanza di questi, all’interno dell’automobile. Non è invece indicato cercare riparo in roulotte o camper, a meno che non siano in lamiera metallica.
  • Se invece sei in tenda e ti è impossibile ripararti altrove:
    • evita di toccare le strutture metalliche e le pareti della tenda;
    • evita il contatto con oggetti metallici collegati all’impianto elettrico (è comunque bene disalimentare le apparecchiature elettriche);
    • isolati dal terreno con qualsiasi materiale isolante a disposizione.

In casa

Il rischio fulmini è fortemente ridotto, segui comunque alcune semplici regole durante il temporale, tenendo presente che un edificio è un luogo sicuro, purché non si entri in contatto con nulla che possa condurre elettricità:

  • evita di utilizzare le apparecchiature connesse alla rete elettrica e il telefono fisso. Se hai bisogno di comunicare, puoi usare il telefono cellulare o il cordless. Tieni spenti gli apparecchi ad alimentazione elettrica (meglio ancora staccando la spina), in particolare televisore, computer ed elettrodomestici;
  • non toccare gli elementi metallici collegati all’esterno, come condutture, cavi, tubature ed impianto elettrico;
  • evita il contatto con l’acqua (rimanda al termine del temporale operazioni come lavare i piatti o fare la doccia, nella maggior parte dei casi basta pazientare una o due ore);
  • non sostare sotto tettoie, balconi, capannoni, padiglioni, gazebo e verande che non sono luoghi sicuri. Riparati invece all’interno dell’edificio mantenendoti a distanza da porte e finestre, assicurandoti che queste ultime siano chiuse.

Info tratte da: rischi.protezionecivile.gov.it/it/meteo-idro/sei-preparato/

Altre indicazioni su fenomeni quali incendi boschivi, alluvioni, altri fenomeni, su www.iononrischio.it/it/

Mozziconi in spiaggia e nel mare: così non va bene!

Se sei stato anche tu da poco in Sardegna, forse ti sarai accorto come me che, oltre al profumo delizioso del mirto e al mare meraviglioso, nella nostra apprezzatissima isola le spiagge sono tempestate di cicche di sigaretta.

Già alla partenza, a bordo del traghetto, mi ha colpito leggere che ogni anno finiscono a terra e sulle spiagge 14 miliardi di mozziconi!

Questo significa che circa il 40 % dei rifiuti del Mare Mediterraneo è costituito da avanzi di filtri di sigarette.

Si stima che solo un terzo delle sigarette acquistate e fumate finisce regolarmente nella raccolta dei rifiuti e ogni cicca ha bisogno di almeno 10 anni per distruggersi.

Oltre il 90% delle sigarette in commercio presenta filtri in acetato di cellulosa – un materiale plastico che, nel tempo, si fotodegrada ma non si distrugge.
Il processo porta alla scomposizione del mozzicone in frammenti di plastica sempre più piccoli, le microplastiche, che finiscono trasportati dall’acqua corrente verso fiumi e laghi e che troppo spesso vengono scambiati per cibo dalla fauna marittima con conseguenze nefaste anche per la nostra catena alimentare.

Nel corso dell’indagine di Legambiente “Beach Litter” sono stati monitorati 38 lidi in 15 regioni: è risultata censita una media di 961 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia,  di cui il 72,5% è composto da plastica.

Per fortuna esistono realtà come quella proposta da Marevivo che da alcuni anni organizza la campagna “Piccoli gesti grandi crimini”, per la salvaguardia delle spiagge  con l’obiettivo di sensibilizzare contro l’abbandono di mozziconi di sigaretta (anche distribuendo nelle spiagge e nelle città piccolo posacenere tascabili) e altri piccoli rifiuti in spiaggia.

 

Tutto in nostro staff ti augura una serena e riposante estate, ma la prossima volta che sei in spiaggia … ricordati di non abbandonare nessun rifiuto e …portati il posacenere!

Registro carico-scarico rifiuti: dove va conservato?

Il Ministero dell’Ambiente chiarisce che il registro di carico e scarico dei rifiuti deve essere conservato presso i luoghi espressamente indicati dalla norma e non presso soggetti terzi, quali studi professionali o associazioni di categoria, pena l’applicazione delle sanzioni per omessa tenuta del registro.

Il dubbio sul luogo di conservazione dei registri dei rifiuti.

Il MASE (Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica) risponde in modo puntuale ad un interpello posto di recente da una Provincia circa la possibilità di conservare il registro di carico e scarico dei rifiuti presso un luogo diverso dall’unità locale di produzione dei rifiuti, come sembra presupporre un recente orientamento giurisprudenziale richiamato da suddetta Amministrazione Provinciale nell’interpello proposto al MASE.

Cosa prevede la legge circa il luogo di tenuta dei registri.

L’art. 190, comma 1, del D.lgs. 152/2006, dispone l’obbligo di tenere un registro cronologico di carico e scarico dei rifiuti, in capo ai soggetti analiticamente individuati dalla norma stessa.
Inoltre, il successivo comma 10 dispone, tra l’altro, che i registri cronologici di carico e scarico dei rifiuti debbono essere tenuti, o resi accessibili, presso ogni impianto di produzione, di stoccaggio, di recupero e di smaltimento di rifiuti, ovvero per le imprese che effettuano attività di raccolta e trasporto e per i commercianti e gli intermediari, presso la sede operativa, nonché che i registri relativi agli impianti dismessi o non presidiati possono essere tenuti presso la sede legale del soggetto che gestisce l’impianto.

L’art. 258, comma 2, D.lgs. 152/2006, in ordine alla disciplina sopra descritta, prevede specifiche
sanzioni amministrative pecuniarie, tra l’altro, per chiunque omette di tenere, ovvero tiene in modo
incompleto, il suddetto registro di carico e scarico.

La risposta del MASE sulla tenuta dei registri.

Da un’attenta lettura del citato articolo 190, comma 10, si evince che non è sufficiente che il registro
di carico e scarico dei rifiuti sia istituito, ma occorre altresì che lo stesso sia conservato nei luoghi ivi espressamente indicati, ovverosia:
− impianto di produzione;
− impianto di stoccaggio;
− impianto di recupero e/o smaltimento;
− sede operativa delle imprese che effettuano attività di raccolta e trasporto;
− sede operativa dei commercianti e degli intermediari.

Soltanto i registri relativi agli impianti dismessi o non presidiati possono essere tenuti anche presso
la sede legale del gestore dell’impianto.

La ratio della norma è di consentire agli organi preposti al controllo, di svolgere un pronto ed efficace accertamento sulla correttezza delle annotazioni effettuate. Infatti, solo la presenza del registro di carico e scarico presso lo stabilimento può consentire all’organo di controllo di procedere alla verifica in tal senso, attività che implica la necessità di una pronta e non differibile esibizione per dimostrare la regolare tenuta del registro, altrimenti agevolmente eludibile.

Le sanzioni applicabili per mancata o irregolare tenuta del registro rifiuti.

Da quanto sopra esposto, ne consegue che la conservazione in luoghi diversi da quelli indicati dal legislatore comporterebbe una irregolare ed incompleta tenuta del registro, ossia non conforme alla vigente normativa, e, pertanto, rilevante ai sensi dell’art. 258, comma 2, D.lgs. 152/2006, il quale prevede per la violazioni di tali fattispecie una sanzione amministrativa pecuniaria da duemila a diecimila euro.

 

Leggi il quesito e la risposta del MASE.

 

Hai dubbi sulle modalità di registrazione dei rifiuti? Affidati ad un controllo di esperti professionisti del settore per verificare che tutto sia in regola e non incorrere in spiacevoli sanzioni.

Contatta i nostri esperti per un audit sulla tua gestione dei rifiuti.

Mobilità elettrica: corsi di formazione gratuiti erogati dalla Regione Veneto.

Un percorso gratuito della Regione Veneto sul tema della mobilità elettrica: “Comunicare la cultura della mobilità elettrica tra opportunità, valorizzazione e strategia”.

Un’opportunità dalla Regione Veneto per la mobilità sostenibile.

La Regione Veneto, ha organizzato nell’ambito del progetto europeo LIFE IP-PREPAIR “Po Regions Engaged to Policies of AIR” un’iniziativa formativa, rivolta alle amministrazioni locali, professionisti e Mobility manager, con l’obiettivo di fornire una visione complessiva del tema della mobilità elettrica, trattandone gli aspetti legislativi, tecnici, gestionali e ambientali.

Tra gli obiettivi primari del progetto: aumentare la diffusione di mezzi a basse emissioni a supporto della mobilità elettrica di persone e merci.

A chi è rivolto il percorso e le edizioni proposte.

Il progetto è rivolto alla formazione di amministratori locali, professionisti e mobility manager di enti pubblici e aziende private per sensibilizzare queste realtà sulle opportunità che l’elettro-mobilità offre alle loro aziende, enti ed all’ambiente generale.

Sono attualmente in calendario ben quattro edizioni del corso in questione della durata di trentadue ore ciascuna, nel periodo tra maggio e settembre 2023, con svolgimento online.

Gli argomenti della formazione.

    • *) il quadro normativo sulla mobilità elettrica;
      *) la pianificazione locale, metodi, esempi e best practice;
      *) i veicoli elettrici e le infrastrutture di ricarica;
      *) la comunicazione dei progetti di mobilità;
      *) elementi di statistica per la raccolta e l’elaborazione dei dati;
      *) le politiche di mobilità sostenibile elettrica;
      *) l’approccio integrato alla valutazione dei progetti;
      *) il PNRR, la mobilità elettrica e i fondi per la transizione;
      *) la mobilità e la transizione all’elettrico;

Come partecipare.

La partecipazione ai corsi è gratuita previa iscrizione on-line all’indirizzo: https://emobilityveneto.gruppolen.it ed è in particolare rivolta alle imprese che abbiano nominato un Mobility Manager aziendale (anche in fase di nomina) e redatto (o in fase di realizzazione) il Piano Spostamenti Casa-Lavoro.

Presentazione corsi

Calendario

Programma europeo LIFE: avviate le call for proposals.

 

Il programma europeo LIFE è uno degli importanti strumenti messi in campo dalla UE per perseguire gli obiettivi e i traguardi in materia di ambiente, clima ed energia, Green Deal europeo. Si tratta di un piano pluriennale di finanziamenti per le aziende pari a 5,4 miliardi di euro per il periodo 2021 – 2027.

Sono state attivate da poco le call for proposals, inviti a presentare proposte, per l’anno 2023 per le diverse tipologie di progetti ammissibili nell’ambito dei 4 sottoprogrammi relativi ai settori “Ambiente” e “Azione per il Clima” del Programma LIFE 2021-2027; per le azioni specifiche del sottoprogramma “Transizione all’Energia pulita”, le call saranno attivate  a metà maggio 2023.

Le informazioni sono contenute nei siti istituzionali:

Per le imprese del sistema Confindustriale è previsto un webinar informativo, organizzato dalla Delegazione di Bruxelles,  il 2 maggio.

Settimana della sostenibilità: evento di Confindustria Veneto Est – 15/19 maggio 2023.

Una settimana di seminari, incontri, workshop sui temi della sostenibilità: questa la kermesse organizzata di Confindustria Veneto Est titolata Settimana della Sostenibilità.

Con l’intento di dare evidenza e visibilità al comune impegno di imprese, scuole, Amministrazioni pubbliche e start up nel realizzare uno sviluppo sostenibile duraturo, Confindustria Veneto Est propone la seconda edizione della Settimana della Sostenibilità, per un confronto e uno scambio di buone pratiche al fine di definire un comune linguaggio e nuove collaborazioni.

L’iniziativa, che intende ricalcare in parte l’apprezzata impostazione dell’edizione passata si terrà dal 15 al 19 maggio 2023 presso la sede della Provincia di Treviso (Complesso Sant’Artemio).

L’obiettivo è riuscire ad affrontare in modo sistematico i temi della sostenibilità nei tre aspetti relativi all’ambiente, al sociale e all’economia, scambiare buone pratiche.

Leggi il programma della Settimana della Sostenibilità

( fonte: https://settimanadellasostenibilita.it/ )

Dichiarazione PRTR 2023 entro il 30 aprile.

Dichiarazione PRTR per i gestori degli stabilimenti soggetti all’obbligo, da presentarsi entro il 30 aprile seguendo le indicazioni di ISPRA.

E- PRTR (European Pollutant Release and Transfer Register) è un registro integrato di emissioni e trasferimenti di inquinanti, il quale informa il pubblico sia sulle emissioni significative di inquinanti in aria, acqua e suolo che del trasferimento di rifiuti.

I gestori degli stabilimenti italiani soggetti all’obbligo di trasmettere le informazioni ai sensi dell’art.4 DPR 157/2011 (in attuazione del Regolamento CE 166/2006) dovranno provvedere alla comunicazione dei dati 2022 mediante la compilazione e la trasmissione via PEC di un modulo in formato excel, predisposto a tale scopo (e non invece utilizzando la procedura informatica disponibile sul portale all’indirizzo www.eprtr.it ).

La variazione riguarda solo le modalità di comunicazione dei dati, restano invariati rispetto agli anni passati i contenuti (parametri e sostanze da comunicare) e i criteri di compilazione della dichiarazione PRTR. Scadenza per l’invio dei dati è il 30 aprile 2023.

Le istruzioni per il corretto invio dei dati sono rese disponibili da ISPRA.

Si ricorda infine che, la mancata trasmissione della dichiarazione entro il termine del 30 aprile è soggetta ad una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 5.000 euro a 52.000 euro e la mancata rettifica delle eventuali inesattezze della comunicazione entro il termine del 30 giugno è soggetta ad una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 5.000 euro a 26.000 euro.

Greenwashing: in cantiere una direttiva europea.

100% ecologico! Prodotto eco-sostenibile, azienda rispettosa dell’ambiente…
A breve questi slogan dovranno essere usati con cautela e saranno oggetto di una specifica disciplina in arrivo dall’Unione Europea.

Una direttiva per combattere il greenwashing

La diffusa pratica di vantare qualità di eco-sostenibilità di prodotti o servizi da parte delle aziende subirà un giro di vite grazie ad una regolamentazione europea.

La direttiva in cantiere, che dovrebbe essere conclusa entro quest’anno, disciplinerà il cosiddetto “greenwashing”, il marketing in chiave ambientale diffuso tra le aziende che consiste nel definire un proprio prodotto, servizio come genericamente “sostenibile”, “ecologico” o “rispettoso dell’ambiente” senza alla base dati oggettivi che possano dimostrare la veridicità di quanto dichiarato.

E’ stato rilevato dalle istituzioni europee, che la maggior parte dei claim utilizzati in tema di sostenibilità risulta infondato e teso a carpire l’attenzione del consumatore senza un riscontro reale in termini di ecologia, tutela dell’ambiente o risparmio delle risorse.

Cosa dovranno fare le aziende.

Al fine di tutelare i consumatori, la norma proposta dalla Commissione prevede che le aziende che fanno “dichiarazioni ecologiche” dovranno fornire una valutazione dei propri prodotti utilizzando la metodologia dell’impronta ambientale di prodotto o applicando metodologie alternative attualmente al vaglio dei tecnici UE.

Questi argomenti sono raggruppati nell’acronimo ESG: una sigla che richiama i tre pilastri “ambiente, società e governance“. Il rating ESG è sempre più importante e vincolante nelle organizzazioni e costituisce uno dei metri di misura analizzati dagli investitori.

L’obiettivo degli interventi in programma nelle istituzioni europee è di portare la trasparenza in un settore attualmente caratterizzato da incongruenze sulla qualità dei dati, sugli standard di rendicontazione e sui metodi utilizzati per generare i rating ESG.

In tre passi la UE porterà chiarezza nel settore delle ESG.

La nuova normativa Ue imporrà un uso appropriato delle ESG in tre step:

  • definendo degli standard di sostenibilità obbligatori imposti dall’Ue, un aspetto che dovrebbe introdurre maggiore qualità e coerenza in fase di rendicontazione;
  • sottoponendo a revisione le informazioni riportate dalle organizzazioni;
  • introducendo obblighi di certificazione delle informazioni sulla sostenibilità e requisiti più stringenti nella comunicazione degli impatti sull’ambiente, sulla società e sulla governance.
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