Ritorna, dal 26 al 29 ottobre 2021, in presenza presso il quartiere fieristico di Rimini, la 24° edizione di Ecomondo, la fiera sulle tecnologie green e gli eventi sulle tematiche della sostenibilità ambientale.
Dopo l’edizione interamente digitale svoltasi nel 2020, Ecomondo ritorna a popolare quest’anno la Fiera di Rimini con una ricca serie di manifestazioni sui temi dell’economia circolare, della tecnologia 4.0 e con eventi di formazione e informazioni sulle tematiche ambientali e della sostenibilità.
La Fiera di carattere internazionale, propone esposizioni e dibattiti nei settori di rifiuti e risorse, bioeconomia circolare, bonifiche e rischio geologico, acque.
Ospita, inoltre, nel suo seno la decima edizione degli “Stati Generali della Green Economy“, appuntamento annuale di elaborazione strategica, aperta e partecipata che vede il coinvolgimento dei principali stakeholder della green economy italiana.
Per ogni dettaglio organizzativo ed informazioni: ecomondo.com
Un’edizione estesa quella 2021 della Settimana Europea dello Sviluppo Sostenibile che avrà luogo dal 18 settembre all’8 ottobre con oltre 95 eventi in programma in dieci paesi europei.
Lo scopo di questa kermesse internazionale è di incentivare eventi ed attività che promuovano lo sviluppo sostenibile condividendole, a livello europeo, su una piattaforma comune, accrescendo la consapevolezza sulle tematiche dello sviluppo sostenibile e dell’Agenda 2030.
Tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, a livello nazionale e territoriale sono invitati ad impegnarsi attivamente, con azioni concrete, per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
In Italia, l’iniziativa rappresenta anche un’occasione per rendere visibili risultati e iniziative relative all’attuazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) e delle strategie regionali e locali, organizzate dai soggetti istituzionali e dai portatori di interesse della società civile impegnati nelle sfide ambientali, economiche e sociali per lo sviluppo sostenibile, a partire dagli attori coinvolti nel Forum per lo Sviluppo Sostenibile e nei meccanismi di partecipazione realizzati a livello nazionale, regionale e locale.
Le iscrizioni sono aperte a tutte le tipologie di soggetti (istituzioni, agenzie, centri di ricerca, musei, fondazioni, istituzioni scolastiche, università, imprese, associazioni, organizzazioni non governative, singoli cittadini, ecc.) e iniziative senza scopo di lucro (convegni, workshop, meeting, mostre, progetti, ecc.).
Per partecipare registrati sul sito di ESDW.
(fonte: mite.gov.it)
Non sarà sfuggito ai più attenti che tra i “ritocchi” al D. Lgs. n 152/06 apportati dal D. Lgs. n. 116/2020 rientra anche una disposizione relativa alla definizione quali rifiuti speciali dei rifiuti derivanti dallo spurgo delle fosse settiche e reti fognarie.
In passato non era mai stato chiarito con esattezza se tali liquami, derivanti da attività di pulizia manutentiva o di spurgo, fossero da annoverare nei rifiuti urbani o nei rifiuti speciali.
Ora il quadro è stato chiarito e, quindi, cerchiamo di riportarlo qui di seguito nella forma più semplificata possibile:
I riferimenti da cui derivano tali disposizioni sono:
Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti
E’ in fase di avvio la sperimentazione del Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti (in acronimo RENTRI): lo strumento digitale messo a disposizione dal Ministero della Transizione Ecologica, con la collaborazione dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, che dovrebbe nel tempo sostituire le attuali registrazioni cartacee di registro di carico/scarico rifiuti e formulari di trasporto.
Diversamente da quanto accaduto con la travagliata esperienza del SISTRI, questo nuovo progetto digitale appare come frutto di una concertazione delle parti: Ministero della Transizione Ecologica, società informatica del sistema Camerale -Ecocerved, Albo Nazionale Gestori Ambientali, software house del settore rifiuti.
Se ne possono seguire le tracce sul sito dedicato: prototipo.rentri.it
Nell’attesa di conoscere l’evoluzione di tale strumento, risulta pienamente operativo il sistema di vidimazione digitale dei formulari di trasporto rifiuti, istituito con il ViViFIR di cui abbiamo già illustrato il funzionamento.
Nel D. L. Rilancio è prevista la riduzione della soglia a 100 dipendenti per l’obbligo di nomina del mobility manager aziendale e di redazione del piano di mobilità casa-lavoro.
Le aziende devono essere situate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia o comunque in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti
La figura del mobility manager è stata introdotta nel nostro ordinamento nel 1998 con lo scopo di gestire i flussi di spostamenti dei dipendenti nelle tratte casa-lavoro-casa e contribuire così al contenimento e alla riduzione delle emissioni in atmosfera.
L’obbligo di nomina era previsto fino al 2019 per gli enti pubblici con più di 300 dipendenti e per le realtà produttive con almeno 800 unità di personale, e solamente in alcuni comuni identificati come a rischio inquinamento atmosferico.
Il compito principale di questa figura professionale è di studiare ed adottare nella realtà aziendale o nell’ente pubblico un Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL).
Il piano deve essere adottato entro il 31 dicembre di ogni anno e trasmesso al Comune di collocazione entro i successivi 15 giorni.
Si tratta di uno strumento di pianificazione per la razionalizzazione degli spostamenti del personale finalizzato a migliorare la raggiungibilità dei luoghi di lavoro e ottimizzare gli spostamenti dei propri dipendenti.
Con il recente Decreto Rilancio, la sua adozione obbligatoria è stata estesa a tutte le società con 100 o più dipendenti localizzati in comuni, capoluoghi di provincia e regione e città metropolitane con popolazione superiore a 50 mila abitanti.
Le nuove disposizioni entrano in vigore il 27 maggio 2021 e, in fase di prima applicazione, le aziende devono adottare il PSCL entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore: entro il 23 novembre 2021.
MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
DECRETO 12 maggio 2021
Modalita’ attuative delle disposizioni relative alla figura del mobility manager.
E’ il tema del momento: la transizione ecologica nella quale si dovrà impegnare il nostro Paese per poter accedere ai fondi del Recovery Fund, lo strumento di aiuti dell’Unione Europea per rilanciare gli stati membri dopo la crisi dovuta alla pandemia di COVID-19.
Per accedere ai fondi del programma Next Generation EU, è necessario che sia formulato da ciascuno stato membro un Piano nazionale di ripresa e resilienza in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.
La transizione ecologica è quel processo di innovazione tecnologica che coinvolge aziende e persone, che non tiene conto solo dei profitti economici, ma mette in primo piano il rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale.
Richiede una trasformazione radicale nel sistema produttivo, nella produzione di energia e nello stile di vita delle persone verso un modello sostenibile che sia in grado di arrecare meno danno possibile all’ambiente.
Ecco allora che si è resa necessaria la trasformazione del dicastero del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel rinnovato Ministero della Transizione Ecologica (MiTE).
Al nuovo ministero sono sono state altresì attribuite funzioni in materia energetica, precedentemente assegnate al ministero dello sviluppo economico.
Con il medesimo decreto è stato anche ridenominato il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti in Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile ed è stato istituito il Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE).
Il CITE è il comitato presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri o, in sua vece, dal Ministro per la Transizione Ecologica ed è composto da 5 Ministri: Sud, Transizione Ecologica, Economia, Sviluppo Economico, Infrastrutture con il compito di approvare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del dl, il Piano per la Transizione Ecologica, al fine di coordinare le politiche in materia di mobilità sostenibile, contrasto al dissesto idrogeologico, risorse idriche e infrastrutture collegate, qualità dell’ aria, economia circolare.
Il Piano individua le azioni, le misure, le fonti di finanziamento, il cronoprogramma, nonchè le amministrazioni competenti all’attuazione delle singole misure.
Testo del D.L. 1 marzo 2021, n. 22 (in Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 51 del 1° marzo 2021) coordinato con la legge di conversione 22 aprile 2021, n. 55, recante: «Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri.».
In un tempo in cui ogni scarto della produzione può essere utilmente impiegato per altri scopi, è utile conoscere gli impieghi dei sottoprodotti delle lavorazioni alimentari nei quali Novatech Srl è particolarmente specializzata e assiste importanti aziende del settore.
La gestione e il trattamento dei sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano (S.O.A.) sono disciplinati dal regolamento 1069/2009/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio “Recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che abroga il regolamento (CE) n. 1774/2002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale)”.
I sottoprodotti di origine animale si ottengono prevalentemente:
I SOA devono ricevere uno specifico trattamento perchè costituiscono un rischio potenziale per la salute pubblica e degli animali nonché per l’ambiente.
Questo rischio deve essere tenuto sotto controllo in modo adeguato.
Le modalità possono essere:
I S.O.A. si suddividono in:
Che servizi offre Novatech Srl per i Sottoprodotti di Origine Animale?
Per la gestione dei S.O.A., Novatech S.r.l. si appoggia ad operatori ed impianti specializzati, autorizzati al trasporto degli stessi ed al loro appropriato trattamento.
Contatta i nostri uffici per ogni informazione a riguardo.
Con Direttiva della Commissione Europea n. 2020/1833 del 2 ottobre 2020 vengono modificati gli allegati della direttiva 2008/68/CE del Parlamento europeo e del Consiglio con riferimento all’adeguamento al progresso scientifico e tecnico delle disposizioni stabilite in accordi internazionali sul trasporto di merci pericolose su strada, per ferrovia o per vie navigabili interne.
Vengono di conseguenza adeguati gli allegati delle direttive ADR, ADN e RID ivi richiamati con effetto dal 1 gennaio 2021.
Gli strati membri dovranno adottare le relative modifiche alle disposizioni nazionali entro il 30 giugno 2021.
Leggi la Direttiva delegata (UE) 2020/1833 della Commissione del 2 ottobre 2020 che modifica gli allegati della direttiva 2008/68/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l’adeguamento al progresso scientifico e tecnico (Testo rilevante ai fini del SEE).
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Con L. 8 ottobre 2020, n. 134 anche l’Italia è entrata a far parte dei paesi che ha ratificato la Convenzione internazionale di Minamata sul mercurio, entrata in vigore il 16/08/2017 è già ratificata fino ad oggi da 128 paesi.
La Convenzione parte dal presupposto riconosciuto che il mercurio è una sostanza chimica che suscita preoccupazioni a livello mondiale data la sua propagazione atmosferica a lunga distanza, la sua persistenza nell’ambiente una volta introdotto dall’uomo, la sua capacità di bioaccumulo negli ecosistemi e i suoi considerevoli impatti negativi sulla salute umana e l’ambiente.
Pertanto, come dichiarato dall’art. 1 della Convenzione, essa si pone l’obiettivo di protezione della salute e dell’ambiente dalle emissioni e dai rilasci antropogenici di mercurio e di composti del mercurio.
Il testo prevede misure per ridurre i livelli di mercurio nell’ambiente e di armonizzazione con le politiche di sviluppo nazionali. Sono previste misure per lo stoccaggio temporaneo del mercurio (art. 10), per i rifiuti contenenti mercurio (art. 11) e i siti contaminati (art. 12).
Il Ministero dell’Ambiente e il CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel dicembre 2012, hanno siglato un protocollo d’intesa che ha istituito il Centro Nazionale di Riferimento sul Mercurio, con lo scopo di individuare un centro di riferimento scientifico per il monitoraggio delle emissioni di mercurio.
E’ stato pubblicato il Decreto 14 agosto 2020 “Programma sperimentale buono mobilita’ – anno 2020” (GU Serie Generale n.221 del 05-09-2020), con il quale vengono dettagliate le modalità per fruire del cosiddetto “bonus mobilità“, l’incentivo alla mobilità sostenibile erogato dal Ministero dell’Ambiente.
Per richiedere il buono mobilità o il rimborso per gli acquisti effettuati, i beneficiari dovranno registrarsi sull’applicazione web dedicata al “Programma Sperimentale Buono Mobilità 2020”.
Il buono mobilità è un contributo pari al 60 per cento della spesa sostenuta e, comunque, in misura non superiore a euro 500 per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, nonché veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica (ad es. monopattini, hoverboard e segway) ovvero per l’utilizzo di servizi di mobilità condivisa a uso individuale esclusi quelli mediante autovetture.