All’inizio erano le “telenovelas“, poi sono arrivate dall’America le “soap opera“. Le prime produzioni italiane si chiamavano “sceneggiati”, poi sostituiti dalle più evolute “fiction” e dai “serials“.
In qualsivoglia modo si decida di chiamarle si tratta di produzioni – soprattutto le prime, di origine latino-americana, di scarsissimo valore artistico – rappresentanti le saghe intricate e surreali di famiglie quale la notissima e infinita serie “Beautiful”. Le telenovelas divennero negli anni ’80-’90 un fenomeno sociale e mediatico a livello planetario prima dell’avvento dei reality che ne hanno gradualmente rubato la scena.
Cosa c’entra tutto questo con il SISTRI?
Non è così difficile trovare le note in comune: ricco uso di colpi di scena, capovolgimenti imprevisti, indizi premonitori, rivelazioni clamorose e risolutive e utilizzo del meccanismo a puntate…
Con il SISTRI abbiamo assistito ad infiniti episodi sempre nuovi ma ripetitivi (sino alla noia), improvvisa morte e risurrezione, scarsissima qualità del “prodotto”, indagini penali (con tanto di squadre di calcio di serie C misteriosamente finanziate dai dirigenti di Finmeccanica coinvolti nell’affare SISTRI); il tutto condito da continue fughe di notizie dai corridoi del Ministero e da misteriose gole profonde che amano diffondere illazioni spesso senza capo nè coda.
Insomma gli ingredienti della telenovela ci sono tutti e in abbondanza: oltre ogni più sfrenata fantasia.
Non sono bastati due anni e passa di continui e inconcludenti ritocchi alla disciplina normativa, di proroghe senza fine e di milioni di euro andati a finire chissà dove (!) e di due Ministri incaricati dell’Ambiente che si sono passati la patata bollente, per arrivare ad una puntata decisiva di questa triste e desolante telenovela.
Abbiamo tutti perso il conto di quale sia il numero degli episodi ormai messi in scena ma di certo non abbiamo scordato quanto ci sia costata sino ad oggi questa “innovazione tecnologica contro la lotta alla eco-criminalità mafiosa”.
Una delle prime telenovelas che ebbe diffusione in Italia si chiamava “Anche i ricchi piangono“. Oggi questo titolo risulta alquanto inadeguato a definire questa epopea visto che di ricchi forse sono rimasti solo alcuni noti (e ignoti) signori che reggono i fili di questo teatrino dell’orrore. E pare che non stiano piangendo…
Sarebbe forse più adatto un popolare “Non ci resta che piangere” se non fosse per il richiamo ad un mitico pezzo di cinema comico italiano che non merita di essere usato a paragone con la telenovela “sistriana”.
P.S. – L’unica notizia ufficiale ad oggi sul SISTRI è che la data di avvio operativo è il 30 giugno 2012. Nei giorni scorsi si è rischiato il colpo di scena: un disegno di legge che ne prevede il rinvio al 31 dicembre 2013: non ci resta che ….attendere la prossima puntata!
Articolo pubblicato il 29 Maggio 2012